Questa non è proprio recente, ma merita di essere qui, credo.
Il diavolo mi parla
Nelle notti passate a disegnare
Il diavolo mi parla
Nei giorni passati a meditare
Su nuove vendette
E tentazioni ripudiate.
Risponderò solo a me stessa
O questo è ciò che il mondo vede
Quando scruto fra i graffi
Nell’onice rossastra
Un diamante perfora pensieri pindarici
Tingendo un’anima di surreale
Ed i suoi artigli
…non fa male
Ormai non più.
Ridete pure.
Il diavolo mi parla
Con la sua voce setosa
Dice che non ha le corna
Ed è solo un fanciullo.
Addolora vedere un tradimento
Che sta solo negli occhi vuoti
Di chi guarda
Tu ancora non lo sai
Ma il diavolo mi parla
Mi racconta tante cose
A volte fa del male
Ma è solo la verità.
Il diavolo non ha la lingua biforcuta
E’ capace d’ingannare
ma lo sento sempre dire
Non ho mai creduto alle parole
Ma Dio non poteva creare
Un essere più sleale
…il diavolo sei tu???
No.
Il diavolo non mi ha mai ingannata.
Egli si limita a lavare via l’offesa
E quelle dannate frasi
Che mi fischiano nelle orecchie
Pronunciate come un mantra
Dovrò farmi denti d’acciaio
Temprarmi forse con acque infuocate
Come dice lui
Finalmente, perdono di significato
E tu non sei più tanto potente…Ah! Illusione!
Il diavolo non puzza di zolfo
Ma quando ti è vicino
Non puoi non accorgerti
Il calore di mille crisalidi nascenti
E il veleno di mille cobra
Tocca dolcemente come ala di farfalla.
E nel centro, del centro
Di un corpo di sabbia e morte ricoperto
Troppa morte innocente scorre
Per il desiderio di uno bastardo, non trino
Vuoi farti conoscere
Vuoi farti guardare
…ma il diavolo parla a me.
Dice che devo completare una missione
Ed essere da sola
Ma io ne vedo mille di campagne
Mi guardo indietro, abbattuta
Ma ormai nella sabbia c’è una sola impronta
Non temere, non è sparito
mi sta solo portando in braccio…
Ho visto mondi sovrannaturali
Dove rombi di vetro colorato governavano
Strane figure dalle movenze plastiche
Ma il diavolo è più sorprendente
Dice di non ricordarsi quando è nato
Né come possa avere occhi d’agata bruciata
Specchiandosi in rigagnoli neri
Sorpreso come un bambino.
Il diavolo mi parla
Ogni volta che dico: “Ti Odio”
Non è d’accordo con me, bieca e ottusa
Mi dà dei consigli
Duri come le stelle
Ma io ancora non so seguirlo.
Lo seguirò sul fondo del lago, forse
Perché il diavolo non disgusta
Non mi invita a fare giochi sporchi
Né mi chiede di danzare nuda per lui
Vuole solo un sorriso
Che nasca dalla gioia
O dal sollievo della rivalsa
Poco gli importa
Il diavolo mi carezza tra le orecchie
Come fossi un gatto
Lui mi asciuga ogni lacrima
Lecca il mio viso marmoreo
Pura statua, mera ossidiana
Quello che ora ho dentro.
Ma per lui sono sempre bella.
Il diavolo mi parla
Perché sono un gatto.