Vorrei fare, e non riesco. Mi perdo tanto di quel tempo in giro, così, senza fare nulla di utile, che se ne potrebbero riempire clessidre alte come palazzi. E poi colpevolizzo qua e là – ma è solo con me che posso arrabbiarmi realmente.
Mi chiedono cosa c’è, e poi s’indispettiscono per il mio silenzio.
Passano e ridono mille eoni, ma io resto qui.
Insieme alla mia voglia di non far niente, al mio bisogno di creare che non trova realizzazione, alla poesia congelata nella mano dello scrittore che, per adesso, traccia solo segni a caso su un foglio sporco. Di illusioni dormienti, di disegni mal cancellati. E pagine su pagine di libri che ho guardato distrattamente senza vedere. Chissà ancora per quanto posso andare avanti così, sgocciolando giovinezza in giro, scenerando sopra il mio dovere, mollemente adagiata su un periodare ciceroniano di stasi infarcita d’inutile luogo comune?
Che tutto termini. Che venga il risveglio. Senza che il tempo mi punti la spada al collo, mai più.
Perché lo so che 2+2 = 1. E’ che spiegarlo è difficile. Aver voglia di continuare, e indagare in maniera attiva, ancora di più. Ora come ora, è solo una lunga passività vuota, è solo la sensazione di star buttando via veramente qualcosa di prezioso e che mai mi verrà restituito. E’ una guerra inutile e interna, impossibile da far capire, una guerra che ti porta allo stremo tra un blitzkrieg d’erudizione dall’esito dubbio e un volo non autorizzato con un buco nella carrozzeria, da dove vengono perse munizioni preziose.
Buonanotte – vado a perdere altro del prezioso tempo di questi anni che passano presto.